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Il Blog di Petardo Cinema, cucina, turismo, fai da te...

Vita di Pi - (Ang Lee, 2012)

petardo

 

Piscine Molitor Patel è il curioso nome di un ragazzo indiano, nato e vissuto nello zoo gestito dal padre, così chiamato per la passione per le piscine del padre stesso, che riteneva quella piscina (effettivamente presente a Parigi, chiusa nel 1990) la migliore del mondo.

Naturalmente presto arrivarono gli scherzi dei compagni di scuola, ma lui, anche grazie a una notevole intelligenza e ad uno spirito combattivo, sarà da un certo punto in poi Pi, inteso come pigreco. Stupirà infatti la scuola scrivendo a memoria sulla lavagna una sequenza interminabile di decimali di quel famoso numero.

Un’altra caratteristica di Pi, fin da bambino, era la sua anomala predisposizione alle religioni. Ne frequentava tre: cattolica, induista e islamica, nonostante le perplessità del padre, assai più secolare.

La crisi economica del padre lo porterà, con la famiglia e pure gli animali dello zoo, su una nave mercantile giapponese in rotta per il Canada, dove il padre intendeva fare qualche soldo vendendo tigri, macachi, iene eccetera.

Un devastante naufragio fece affondare la nave, e l’unico a salvarsi fu proprio lui, Pi e alcuni animali: una iena, una zebra, un orango e una tigre. Quest’ultima fece polpette degli altri animali mentre Pi, a poco a poco, riuscì ad ammaestrarla, o almeno a renderla innocua nei suoi confronti.

Questo è uno dei racconti sulla vicenda del naufragio che Pi ha in canna, e li racconta, durante il film, ad uno scrittore in cerca di ispirazione.

Una seconda versione dell’accaduto, raccontato nei particolari a due agenti assicurativi che volevano sapere le ragioni del naufragio e ai quali che la prima versione dei fatti non convinceva (e neanche la seconda, peraltro), prevedeva che sulla scialuppa di salvataggio ci fosse  la sua mamma (invece dell’orango), il feroce cuoco di bordo anziché’ la iena, e un marinaio al posto della zebra.

Quale delle due versioni è quella vera? Mah, agli spettatori la scelta.

Il film, va da se, è piuttosto strano. Una specie di favola con valenze esistenziali, in lotta tra razionalità e religione. La parte peggiore, secondo me, sono i deliri mistici di Pi, prolissi e alquanto stucchevoli. Molto più meritevoli di essere viste le immagini visionarie del naufragio, delle tempeste, degli animali sulla barca e dell’ambiente sottomarino, resi tutti in maniera emozionante e sorprendentemente impeccabili anche dal punto di vista tecnico.

Nonostante, guardandoli, gli animali non hanno nulla di artificiale, pare che in realtà siano stati ricostruiti al computer, con effetti di una naturalità stupefacente.

Il film è tratto da un pluripremiato romanzo che sembra scritto da un indiano ma che in realtà è di Yann Martel, quarantenne franco-canadese.

Pluripremiato anche il film, che ha ricevuto nel 2013 ben 4 premi Oscar.

Pluripremiato, infine, il regista, Ang Lee, di origini taiwanesi ma ora in pianta stabile negli States. Suoi sono anche i celebri “la tigre e il dragone” e “I segreti di Brokeback Mountain”.

 

File:Vita di Pi film.JPG

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