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Il Blog di Petardo Cinema, cucina, turismo, fai da te...

E' Stato Il Figlio - (Daniele Cipri', 2012)

petardo

 

Film del 2012 di Daniele Cipri`, tratto dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo.

La storia principale del film e` “incorniciata” dal racconto di un uomo dall’aspetto disagiato, che forse guadagna qualche soldo facendo le code negli uffici pubblici per conto terzi, seduto in un ufficio postale. Mentre aspetta il suo turno (che sembra essere l’ “ultimo” per definizione) racconta la storia alle altre persone in attesa.

Ci troviamo cosi` proiettati in un quartiere (che forse e` lo “Zen” di Palermo) dove enormi palazzoni si ergono come malmesse cattedrali in mezzo al deserto. Intorno ai palazzi non c’e` nulla, e i palazzi stessi paiono isolati, collegati al resto della citta` da una specie di ponte.

In uno degli appartamenti vive una famiglia povera, composta dal padre Nicola, la moglie Loredana, due figli e gli anziani genitori di lui.

Toni Servillo interpreta Nicola, che fa il rottamatore al porto e li mantiene tutti, seppur miseramente.

I figli sono Serenella, una graziosa bambina, e Tancredi, piu` grande ma non troppo sveglio e piuttosto nullafacente.

Al contrario, il nipote Masino e` sveglio fin troppo, e nonostante l’eta` (Masino e Tancredi sono due ventenni) e` gia` invischiato nella malavita locale.

Proprio nel tentativo di uccidere Masino, un giorno, due killer in strada sparano, ma per errore uccidono Serenella.

Lo choc familiare e` grande, ma non appena la famiglia viene a sapere che lo stato fornisce un indennizzo (duecento milioni di lire) alle famiglie di vittime della mafia, si consola rapidamente: i suoi componenti passano dal dolore alla febbrile eccitazione, e con loro tutto il microcosmo che li circonda; Loredana comincia a trovare negozianti che le fanno credito e la chiamano “signora”, tutti li riveriscono.

Ma i soldi del governo tardano e Nicola, per avere un po’ di soldi, e` costretto a rivolgersi a uno strozzino, che a ogni nuovo prestito incrementa il tasso di interesse praticato, gia` folle fin dall’inizio.

Quando Nicola e famiglia sono sull’orlo della rovina, finalmente arrivano i famosi duecento milioni; ma dopo aver pagato tutti i debiti, della cifra resta meno della meta`.
Ma la famiglia continua a sognare, ognuno ha una sua personale idea su come utilizzarli; ne scaturisce un’ animata discussione, alla fine della quale vince la soluzione piu` stupida e folle che si possa immaginare, proprio quella di Nicola: si compreranno una bella Mercedes.

E cosi` fanno. Ma e` l’acquisto piu` sbagliato della loro vita.

E` una storia talmente assurda da sembrare completamente inventata, invece pare sia ispirata a una storia realmente accaduta a Palermo.

Una storia di poveracci che invece di risolvere definitivamente i loro problemi utilizzando i soldi in modo intelligente, preferiscono farsi “signori” ostentando un’automobile palesemente sopra le righe e trattandola con un riguardo “malato”; il sogno di rivalsa di tutta la vita che si materializza in una Mercedes che dovrebbe diventare un emblema di riscatto dalla poverta`, e invece e` solo l’inizio di una nuova schiavitu`.

Storia di grande miseria umana, raccontata benissimo con attenzione ai minimi dettagli (vedi ad esempio le scene a casa dello strozzino, o la benedizione dell’automobile), recitata magistralmente da Toni Servillo che riesce a entrare anche fisicamente nella parte, dal modo di parlare fino al modo di muoversi, di camminare; Giselda Volodi  e` bravissima nella parte di Loredana, moglie subalterna di un uomo che si crede piu` importante di quel che e`, o forse lo ha capito benissimo ma non vuole darlo a vedere. Un plauso anche ad Aurora Quattrocchi, nonna Rosa, perfetta interprete della vecchia malandata ma non stupida, portatrice al tempo stesso di ignoranza e saggezza popolare: intelligenti le sue proposte su cosa fare coi 90 milioni, molto piu` intelligenti di quella di Nicola, ma sua anche la cinica soluzione aggiusta-tutto della vicenda in cui la famiglia si trova invischiata, all’insegna del piu` assoluto opportunismo e nel totale disprezzo della vita altrui.

Un grande film in cui e` impossibile riconoscersi, ma che finisce per coinvolgere lo spettatore; si inizia facendo considerazioni sulla stupidita` umana, ma poi si riflette sui danni dell’ignoranza. Sono degli ex morti di fame, sbruffoni, arrivisti, avidi, ridicoli, cinici e conniventi col crimine, ma non e` tutta colpa loro: il mondo che li circonda, li circuisce e li asseconda e che fornisce loro modelli sbagliati e uno stipendio da fame non e` affatto  innocente.

 

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