La strada di casa - Kent Haruf - Recensione
Una storia americana, come tante storie americane, curiosamente scritta nel 1990 ma con un’ambientazione che mi pare retrodatata, direi intorno agli anni ’50.
Ma forse questa impressione e` dovuta solo alla mia scarsa conoscenza dell’America profonda e di provincia. Diciamo, comunque, che nella mia mente questo libro ha evocato immediatamente un film in bianco e nero degli anni ’50, facce, pettinature, automobili, abiti e la cittadina americana rurale, circondata da enormi campi coltivati e tutta distribuita al di qua e al di la` della sua strada principale.
“Lui”, Jake Burdette, e` un inaffidabile, e lo si capisce da subito, ma e` belloccio o almeno piace alle ragazze, e riesce bene nello sport e questo come ben sappiamo negli Stati Uniti e` sufficiente per ammetterlo al college, ma e` fin troppo chiaro che studiare proprio non gli interessa. Cosi` quando lo abbandona riesce comunque a trovare un lavoro, di responsabilita` per giunta, alla gestione dei silos della cooperativa agraria.
Questo lavoro e` l’occasione per rivelare, a chi non lo avesse ancora capito, di che pasta e` fatto il personaggio, e puntuale arriva il patatrac seguito dalla sparizione di Jake.
Distrattamente lascia dietro di se` una moglie e due figli, ma gia` prima aveva lasciato inopinatamente una fidanzata affezionata e decennale.
Interessantissimo e` il personaggio della moglie, donna in gamba che, rimasta sola, si rimbocca le maniche e tira avanti curandosi dei suoi bambini e lavorando, e decide di risarcire a modo suo le molte persone danneggiate dal marito, fino a una conseguenza estrema e drammatica che le procura perlomeno il rispetto di tutta la comunita`.
Ovviamente cerco di non raccontare tutto, ma diro` solo che un giorno Jake riappare.
Il finale, purtroppo o per fortuna, e` aperto.
Purtroppo, perche` l’andamento “da film degli anni ‘50” ci faceva presagire che avremmo saputo come sarebbe andata a finire.
Per fortuna, perche` siamo liberi di immaginare un finale che possiamo accettare.
Un po’ di spaesamento comunque rimane, perche` il personaggio Jake ha il potere di risvegliare la parte forcaiola che e` in noi e vorremo proprio fargliela pagare. Ma il libro non ce lo concede. E forse restiamo un po’ delusi da Pat, narratore-primo attore.
E` un bel libro scritto bene, I personaggi sono vividi. La storia si sviluppa dal ritorno di Jake all’indietro nel passato.
A chi sopporta la delusione di non avere un finale, lo consiglio.