Giornate FAI di Primavera 2016 - Eccezionale visita al Centro Ricerche sul Riso di Castello d'Agogna e (mancata) visita al Castello Isimbardi

In occasione delle annuali "Giornate FAI di Primavera", questo pomeriggio abbiamo approfittando delle aperture di 2 siti interessanti posti proprio a pochi chilometri da dove abito.

Il primo e' il Centro Ricerche sul Riso di Castello d'Agogna, un centro che sapevo essere una delle eccellenze italiane ma non avevo mai avuto la possibilita' di visitarlo.

Il secondo e' un castello (un po' rimaneggiato) posto anch'esso nel comune di Castello d'Agogna, in provincia di Pavia. Di questo castello, francamente, non ne conoscevo neanche l'esistenza, pur avendo vissuto in zona per parecchi anni.

A causa dell'interessantissima visita al centro Ricerche (che da 1 ora preventivata e' durata quasi 2 ore) e della notevole coda di persone che poi abbiamo incontrato all'ingresso del castello, alla fine la seconda visita e' saltata...

Vabbe', sara' per la prossima volta. Fa piacere comunque constatare il grande successo di questa iniziativa del FAI (Fondo Ambiente Italiano) anche in zone generalmente culturalmente sonnecchiose come queste.

( Per info, http://giornatefai.it/ )

Arivati al Centro Ricerche sul Riso siamo stati accolti con un certo entusiasmo al gazebo posto all'ingresso, dopo essere stati indirizzati al parcheggio da addetti in giubbetto fluorescente (l'organizzazione appariva "ottima e abbondante").

Mia moglie, sempre sensibile ai gadget, ha adocchiato una sporta per la spesa sponsorizzata FAI. Con 10 euro ha cosi' avuto la spolta e per di piu' e' diventata "amica" del FAI.

Poi, una volta formato il gruppo (una dozzina di persone), una gentile signora ci ha accompagnati all'interno della struttura, cominciando a darci le prime nozioni sul luogo.

Contrariamente al solito, questa struttura e' stata selezionata per essere aperta tramite il FAI non gia' per la rilevanza storica, infatti si tratta di costruzioni moderne, e senza particolari pregi dal punto di vista architettonico, ma esclusivamente per un fatto ambientale e di eccellenza italiana riguardante l'agricoltura, e, nello specifico, la coltivazione del riso, cereale per il quale l'Italia e' primo produttore europeo.

Successivamente si entra in un insospettabile, grande e moderno auditorium mentre dagli altoparlanti si sentiva Ivano Fossati in una delle sue piu' affascinanti canzoni: "La disciplina della terra" ( https://www.youtube.com/watch?v=cxcv8_0JEkc ).

E' stato veramente un colpo basso, che peraltro ha deposto sicuramente a favore del luogo che si stava visitando.

Dopo una breve presentazione da parte del direttore del centro, un filmato (un po' aulico) sulla coltivazione del riso in Italia.

Successivamente e' iniziata la visita a vari reparti del centro, quali una biblioteca fornitissima, forse la piu' importante al mondo sulla coltivazione del riso, aperta a tutti coloro che ne fanno richiesta. Interessanti, tra l'altro, gli armadi ignifughi a chiusura ermetica che custodiscono i testi storici.

Apparentemente, non c'e' traccia di digitalizzazione dei "tomi", che forse potrebbe essere utile.

Poi, un'interessantissima presentazione da parte di una dottoressa (che dalla pronuncia parrebbe di origine francese) che ci spiega l'argomento degli incroci tra diverse varieta' di riso. Questa attivita', una delle principali del Centro, ha lo scopo di ottenere nuove varieta' che tra una decina di anni (tanto e' il tempo necessario per ottenere una nuova varieta' di successo) incontreranno i favori del mercato.

L'ibridizzazione del riso e' una tecnica naturale che si differenzia nettamente dalle colture OGM, che per ottenere lo stesso scopo utilizzano "mix" genetici tra esseri viventi di diversa specie.

tra l'altro, nel centro e' stata studiata una tecnica ora utilizzata a livello legale per certificare la purezza del riso rispetto a semi di origine OGM.

Molto interessanti anche le visite ai laboratori di lavorazione e analisi del riso, nonche' alle serre e alle macchine agricole a programmazione numerica che permettono la coltivazione delle varie speci in aree nelle quali sara' sempre individuabile il tipo di piantina di riso messa a dimora, mappata secondo uno schema impostato al computer.

Un grande frigorifero conserva, in "duplice copia" tutte le varieta' antiche e recenti di riso, che vengono mantenute in vita anche per decenni.

E' palpabile, nel sentire i racconti dei vari addetti del centro che ci facevano da "Cicerone", una sorta di "passione civile", l'orgoglio (misurato) di fare bene un lavoro indispensabile e per il quale loro ci tengono personalmente.

Come sembrano lontani, qui, i modelli diseducativi dei lavoratori che timbrano il cartellino e poi vanno altrove, che periodicamente si sentono in Italia.

Il Centro Ricerche sul Riso e' autofinanziato (anzi, versa parte dei proventi allo stato) e fa parte dell'Ente Nazionale Risi, attualmente sotto esame per verificare che non sia un "ente inutile" da smantellare.

Oltre all'incalcolabile danno, sarebbe davvero una beffa dover assistere alla distruzione di un patrimonio di eccellenze italiano riconosciuto internazionalmente e utile all'Italia e al mondo intero...

Infine, nella foto sopra, il castello Isimbardi, con la coda di persone che aspettano di entrare. Ma erano gia' le 4 del pomeriggio e quindi abbiamo rinunciato alla visita...