Arance e martello - (Diego Bianchi (Zoro), 2014) - Recensione

Buffo film ironicamente militante e romanissimo, nel bene e nel male.

La sezione PD del quartiere San Giovanni di Roma e' alle prese con l'ennesima raccolta firme, questa volta per far dimettere il solito Berlu'. Si imbattono in un problema del mercato rionale, che e' a rischio sfratto. I commercianti, preoccupati, si rivolgono a loro anche se, di solito, i commercianti non sono di sinistra.

Qui inizia una serie di problematiche in punta di regolamento perche' per appoggiare la protesta dei commercianti occorre fare delle consultazioni interne, per vedere se tutti, o almeno la maggioranza egli iscritti alla sezione del partito, sono d'accordo.

Chiaramente c'e' il dibattito, con i pro e i contro.

Arance e martello e' il primo film di Diego Bianchi (in arte "Zoro") che, munito di piccola videocamera, racconta le vicende del mercatino rionale. Forse anche per questo le immagini sono (forse volutamente) un po' traballanti, e in alcuni questo potrebbe ingenerare un po' di mal di testa...

E' sicuramente un film vivace, divertente, anche se per gustarlo appieno l'unico modo sarebbe quello di essere "romani de' Roma". Gli altri, probabilmente, si perdono alcune finezze lessicali e di comportamento.

Spero che la prossima opera di Bianchi sia non dico piu' internazionale, ma almeno nazionale...