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Il Blog di Petardo Cinema, cucina, turismo, fai da te...

Rapito - (Marco Bellocchio, 2023) - Recensione - Con Enea Sala, Leonardo Maltese

petardo

 

Avvincente film storico ambientato nella seconda meta` dell’800, nel periodo che condusse all’ Unita` d’Italia.
E` la storia, vera, di Edgardo Mortara, bambino bolognese di 7 anni portato via dall’ autorita` alla sua numerosa famiglia ebraica.
Nel 1851 Bologna apparteneva allo Stato Pontificio, e il motivo del “rapimento” sta nel fatto che il bambino risultava battezzato e la Chiesa, attraverso il volere dell’Inquisitore, il domenicano Pier Feletti, voleva imporre che essendo battezzato ricevesse un’educazione Cattolica e rifiutasse del tutto l’ebraismo.
A somministrare, nascostamente, il battesimo era stata la fantesca, una ragazza sempliciotta che durante una malattia del bambino, dopo aver chiesto consiglio al droghiere, lo aveva “battezzato” con un segno di croce e due gocce d’acqua per evitare che morendo finesse al Limbo; ma aveva taciuto per 6 anni e forse aveva confessato il fatto all’Inquisitore per averne una ricompensa in denaro.
Il bambino viene portato a Roma e messo in un collegio ecclesiastico dove, insieme ad altri bambini nelle sue stesse condizioni, viene trattato benissimo, a patto che abbracci il cristianesimo e rinneghi del tutto le sue origini ebraiche.
La famiglia, pur numerosa (8 altri figli), si dispera e cerca in ogni modo di farlo tornare a casa, ma senza esito. La collaborazione con gli Ebrei di Roma non porta ad alcun risultato, e un tentativo di contro-rapimento fallisce.
Del caso parla tutto il mondo, ma questo finisce solo per attirare su Edgardo la (benevola, ma non sempre) attenzione del Papa (Pio IX), e indurirne l’ostinazione con cui intende difendere la scelta sua e della Chiesa in questo caso. Edgardo viene addirittura ri-battezzato con tutti i crismi dell’ufficialita`. 
Intanto, dopo due fuggevoli incontri con la mamma e il papa`, Edgardo si lascia lentamente plagiare e imbraccia il cattolicesimo.
Gli anni passano e Edgardo e` ordinato prete; dopo l’episodio della breccia di Porta Pia un fratello piu` grande di Edgardo tenta di liberarlo, ma e` Edgardo stesso a rifiutare: ormai la sua scelta e` compiuta. 
Lo Stato Pontificio finisce, nasce il Regno d’italia.
Pio IX muore.
Al suo funerale, Edgardo sembra avere un ripensamento e dapprima si unisce alla folla, inferocita e vessata da anni, che vorrebbe buttare la bara nel Tevere, poi si allontana pentito.
Edgardo non aveva assistito ai funerali del padre; va a dare un ultimo saluto alla madre morente e le offre di battezzarla, ottenendone un secco rifiuto.
(Il vero Edgardo, poi, divenne dapprima missionario e poi visse presso la chiesa di Liegi, dove mori` nel 1940)

 

E` una storia terribile, raccontata con estrema lucidita`. L’epoca storica (di cui normalmente si conoscono solo gli eventi fondamentali) e` ricostruita con una cura estrema dei particolari, gli attori sono bravissimi e i ruoli ad essi assegnati sono perfettamente calzanti. 
La competizione tra Cattolicesimo ed Ebraismo ruota ovviamente intorno all’accusa agli Ebrei di aver ucciso Cristo, e si trasforma in un’ossessione, tant’e` vero che Edgardo, in una scena particolarmente intensa, addirittura sogna di andare a togliere i chiodi dalla croce.
Pio IX, interpretato magnificamente da Paolo Pierobon, esercita il suo strapotere con durezza e determinazione. 
L’inquisitore (Fabrizio Gifuni) e` un capolavoro di ostinazione e incrollabile convinzione di avre sempre e comunque ragione. 
Magnifica la dignita` della madre Marianna (Barbara Ronchi), che soffre e non si arrende fino alla fine.
La regia e` straordinaria.

Voto: 8.5/10

Rapito - (Marco Bellocchio, 2023) - Recensione - Con Enea Sala, Leonardo Maltese
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