Cattiva coscienza - (Davide Minnella, 2023), Recensione - Con Francesco Scianna, Filippo Scicchitano, Matilde Gioli

Nel film, accanto al mondo reale, si immagina che esista un mondo parallelo nel quale operano le "coscienze" di tutti noi.

Organizzati come in una azienda di call center, le coscienze vedono su uno schermo la vita del loro "assistito". Dotati di cuffie e microfono, cercano di pilotare verso quello che loro considerano "il bene" le loro azioni con la famosa "vocina".

La coscienza di Filippo è considerata la migliore di tutte: riesce a farlo rigare diritto senza alcun tentennamento o dubbio, e lo sta accomopagnando verso il classico matrimonio dopo sette anni di fidanzamento con Luisa.

Per questo è in procinto di essere premiato quale migliore coscienza dell'anno.

Ma pochi minuti di disattenzione sono sufficienti per far prendere una sbandata a Filippo, che conosce una intrigante ragazza e cessa immediatamente di essere quel bravo ragazzo che tutti conoscono.

Per non perdere il premio di cui è il miglior candidato, la coscienza di Filippo è costretta a scendere sulla terra per tentare di raddrizzare la situazione..

Una trama chiaramente surreale giocata con una certa ironia per un film con poche pretese accolto (sorprendentemente, a mio avviso) con un certo favore da parte della critica.

Recitazione quasi sempre decorosa. Curiosa la presenza di Drusilla Foer (la capa delle coscienze) e del cantautore Motta come frontman della band dove suonava Filippo prima di fidanzarsi con Luisa.

Voto: 6/10