The imitation game - (Morten Tyldum, 2014) - Recensione - Con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode

Il film racconta la storia vera di Alan Turing, un geniale matematico e crittoanalista britannico che durante la seconda guerra mondiale collabora con il governo del suo paese per decifrare i codici segreti dei nazisti, criptati con la macchina Enigma.

Turing, non senza difficolta' visto il suo carattere, si mette a capo di un gruppo di esperti e inventa una macchina capace di decodificare i messaggi nemici, contribuendo alla vittoria degli alleati.

Nel film e' presente anche il passato di Turning, da ragazzino bullizzato con aspetti e manie quasi autistiche.

Per la sua omosessualità dopo la guerra verra' condannato per atti osceni, sottoponendosi a una castrazione chimica che lo porta al suicidio nel 1954.

"The imitation game" e' un film tipicamente anglosassone di impostazione assolutamente tradizionale. Tramite flashback (e flashforward) si spazia tra gli anni '30 e gli anni '50 del secolo scorso, scandagliando i punti topici del passato e del dopoguerra di Turing.

Nella migliore tradizione anglosassone anche la recitazione e la sceneggiatura.

Voto: 7/10