Dogtooth - (Yorgos Lanthimos, 2009) - Recensione - Con Angeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou, Alexander Voulgaris, Christos Stergioglou, Michele Valley

E' una famiglia molto strana, quella di un anonimo dirigente d'azienda piuttosto ricco che abita con la moglie, 2 figlie e un figlio in una grande villa dotata di piscina che appare completamente isolata dal mondo.

Isolati dal mondo sono sicuramente i figli (ventenni, anche loro senza un nome proprio) a causa di una strategia operata dai genitori (in particolare dal padre) che, per paura possano essere "rovinati" dal mondo esterno, li tengono segregati in casa, raccontandogli una falsa realta', compreso il significato di alcune parole che viene loro stravolto.

L'unico abilitato ad uscire di casa (e solo con l'automobile) e' il padre, per recarsi al lavoro.

I figli avrebbero potuto iniziare ad uscire solo quando avrebbero perso i canini (dente che, notoriamente, non si perde), da cui il titolo del film

A danneggiare il perverso meccanismo, facendo inconsciamente intravvedere a una delle figlie qualcosa del mondo esterno, sara' Christina, una addetta alla sicurezza dell'azienda che viene assoldata dal padre per "iniziare" il figlio al sesso...

"Dogtooth" e' un film anomalo, assolutamente surreale e velato da una sorta di humor nero del regista e sceneggiatore greco Yorgos Lanthimos (che poi realizzera' i noti e altrettanto assai inusuali "The Lobster" e "Il sacrificio del cervo sacro").

Non e' facile capire cosa voglia rappresentare, quale e' il significato di quella che si configura come una allegoria. 

Probabilmente l'interpretazione piu' corretta e' quella della rappresentazione trasposta dei meccanismi delle dittature, dove propaganda e censure plasmano il pensiero del popolo.

Particolare e' anche la modalita' di recitazione adottata, fredda e meccanica, tanto che mi sento di consigliare il film solo a chi apprezza il genere e l'autore.

Voto: inclassificabile