Qualcosa di meraviglioso - (Pierre-François Martin-Laval, 2019) - recensione - Con Isabelle Nanty, Gérard Depardieu, Ahmed Assad, Mizanur Rahaman, Sarah Touffic Othman-Schmitt

Fahim e' un vivace ragazzino bengalese con una spiccata abilita' nel gioco degli scacchi.

Con la scusa di andare a prendere lezioni da un grande maestro di scacchi francese, il padre Nura lo convince a partire con lui per la Francia, lasciando la mamma in Bangladesh finche' non abbiano legalizzato la loro posizione e trovato una sistemazione.

In realta', l'obiettivo di Nura e' quello di fuggire dal violento e pericoloso (per se' e per il figlio) paese asiatico: Nura  e' nel mirino del regime in quanto oppositore.

In Francia il ragazzino imparera' ben presto la lingua e si fara' apprezzare, nella scuola di scacchi a cui e' iscritto gratis grazie alla comprensiva segretaria, dal grande (in tutti i sensi) maestro di scacchi Sylvain.

Meno facile sara' l'approccio al paese europeo per il padre, che non riuscira' ad ottenere lo status di rifugiato e che quindi passera' ad essere un clandestino destinato a ritornare al paese di origine.

Grazie all'interessamento di Sylvain e della segretaria, Fahim sara' aiutato a superare gli ostacoli burocratici e di sostentamento che dovra' affrontare...

"Qualcosa di meraviglioso" e' una bella storia a lieto fine tratta da una vicenda veramente accaduta nel 2012 in Francia.

Chiaramente la conclusione positiva si deve alle eccezionali doti del ragazzino, cosa che certamente non sarebbe avvenuta se Fahim non avesse avuto quelle caratteristiche.

Ad interpretare il burbero ma non troppo maestro di sacchi ritroviamo un insolitamente misurato Depardieu, cosi' come misurato e' il film nel suo complesso, non particolarmente pietistico ne' stucchevole, e che spesso riesce ad essere divertente.

Quindi un buon lavoro da parte del regista e sceneggiatore Pierre-François Martin-Laval che ha riletto la vicenda anche in chiave parzialmente politica.

Voto: 8/10