Station Agent - (Thomas McCarthy, 2003) - Recensione - Con Peter Dinklage, Bobby Cannavale, Raven Goodwin, Patricia Clarkson

Fin e' un uomo affetto da nanismo. La "corazza" che si e' costruito in anni di piccole e grandi discriminazioni causate dalla sua diversita' ne hanno fatto un personaggio non timido ma estremamente serio ed impenetrabile. Il suo rapporto con gli altri e' ridotto al minimo indispensabile, pur non diventando per questo sgradevole o scortese.

E' gia' in pensione "perche' i nani vanno in pensione prima", ma la sua passione per i treni lo portano a lavorare in un negozietto di modellismo ferroviario. Il gestore, Henry, e' un uomo di colore che sembra essere il suo unico amico.

Improvvisamente Henry muore e, inaspettatamente, Fin si ritrova, come bizzarra eredita', possessore di una piccola stazione ferroviaria in disuso che si trova nella provincia piu' profonda degli USA.

Qui si trasferisce e, suo malgrado, fa amicizia con un estroverso gestore di bar "mobile", dotato di furgoncino piazzato proprio davanti alla "sua" stazione, Olivia, una signora con un passato pesante da superare, una bibliotecaria e una paffuta bambina.

Poco alla volta si aprira' a queste persone che non hanno l'atteggiamento di curiosita' malata o talvolta il disprezzo per la sua condizione che trapela, in maggiore o minore misura, dai comportamenti della maggior parte delle persone che incontra.

Station Agent e' l'opera prima di Thomas McCarthy, che lo ha anche sceneggiato.

Si tratta di un film riuscitissimo, sia per la trama che per l'argomento, trattato sempre con misura ed equilibrio e senza mai cadere nel patetico.

E' anche splendidamente recitato. Particolarmente intensa mi e' sembrata la prova di Patricia Clarkson che interpreta la signora Olivia.

Belle le musiche, con il classico arpeggio della chitarra che fa tanto provincia americana, e la fotografia, dai colori saturi.

In Station Agent si ride e si sorride anche parecchio, il che non e' quasi mai un difetto, soprattutto se fatto in maniera intelligente.

Quest'anno Thomas McCarthy ha vinto il premio Oscar come miglior film e miglior sceneggiatura originale per "Il caso Spotlight".