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Il Blog di Petardo Cinema, cucina, turismo, fai da te...

La vita facile - (Lucio Pellegrini, 2011) - Recensione

petardo

 

Il film racconta la storia di Luca, Marco e Ginevra. I primi due compagni di università, ora medici.

Marco è un affermato e ricco chirurgo che lavora in una lussuosa clinica romana, l'altro offre il suo servizio in un baraccatissimo ospedale in una zona poverissima del Kenia. Ginevra è la moglie di Marco, con una storia di nove anni precedente con Luca.

Per ragioni inizialmente non ben chiare, Marco lascia "temporaneamente" gli agi e le ricchezze di Roma per recarsi da Luca e, non senza difficoltà di adattamento al nuovo duro mondo, dargli una mano.

Si scoprirà che Marco ha accettato soldi (molti) per dare via libera all'utilizzo di valvole cardiache con problemi di durata, ma la cosa viene scoperta e, prima che sia troppo tardi, prende la scusa dell'amicizia con Luca per scappare dell'Italia.

Per lo stesso motivo Ginevra raggiunge presto i due. Tra lei e Luca è evidente che l'intesa di anni prima esiste ancora.

Marco propone a Luca di recarsi con Ginevra in Italia a prelevare i soldi delle tangenti, e riportarglieli in Africa. L'obiettivo è fuggire definitivamente dall'Italia con Ginevra, lasciando una parte del "malloppo" all'ospedale per ristrutturarlo, ma tutto non andrà esattamente come preventivato...

 

"La vita facile" è interpretata da un affermato gruppetto di attori italiani che lavorano spesso assieme: Luca è Stefano Accorsi mentre Marco è Pierfrancesco Favino.

Meno prolifico è il giovane regista, Lucio Pellegrini, che ha al suo attivo sei film.

Tutto sommato il gruppo lavora bene, il film è piuttosto originale ben diretto e recitato, con una, secondo me, eccellente attrice non protagonista, Camilla Filippi, nella parte di una simpatica infermiera del piccolo e malmesso ospedale (che poi ho scoperto essere la compagna del regista).

Ginevra, interpretata dalla bella Vittoria Puccini, non senza sorpresa si rivelerà un personaggio decisamente negativo, quasi più del corrotto marito.

Interessanti (ma non so quanto rispondenti a verità) anche le ambientazioni africane e i personaggi tribali più o meno pericolosi che ruotano attorno all'ospedale keniota.

Insomma, una interessante rivisitazione della commedia all' italiana che consiglio di vedere.

 

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