Bastardi senza gloria - (Quentin Tarantino, 2009) - Recensione

La storia, sebbene inventata ma verosimile, racconta della vendetta, sia pur perpetrata a costo della propria vita, di una ragazza ebrea che scampa per caso all’uccisione di tutta la sua famiglia. Lei escogita un modo a dir poco eclatante di vendicarsi, coinvolgendo nella vendetta non solo il diretto responsabile dell’uccisione della sua famiglia, ma addirittura tutto lo stato maggiore nazista, Hitler compreso, con un bel po’ di gerarchi e simpatizzanti.

Il film e`, come si usa dire in questi casi, " avvincente" e piena di colpi di scena: vi compaiono: “il cacciatore di ebrei”, nazista coi tratti di un abilissimo e crudelissimo investigatore (lo interpreta Cristoph Waltz, premiato come miglior attore); la diva tedesca-spia degli Americani, interpretata da Diane Kruger; l’eroe nazista, soldato che rimasto solo con una mitragliatrice su un campanile spara su tutto cio` che gli capita a tiro e uccide 300 persone; la compagnia dei Bastards, capitanati da Aldo Raine (Brad Pitt), corpo speciale di soldati americani di origine ebrea che si muovono come guerriglieri, fanno lo scalpo ai nazisti morti, incidono una svastica sulla fronte dei nazisti quando li prendono vivi per impedire loro di mimetizzarsi in mezzo a una folla di persone comuni.

Tarantino si mantiene in equilibrio sul filo del pulp senza eccedere nonostante la storia si presti.

Ma la soddisfazione per la vendetta finisce per contagiare anche lo spettatore piu` pacifista e democratico..