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Il Blog di Petardo Cinema, cucina, turismo, fai da te...

Animal Kingdom (David Michod, 2010)

petardo

 

J ha 17 anni e l’espressione assente, sta seduto sul divano e guarda la televisione aspettando. Aspettando cosa? Che arrivi l’ambulanza per sua madre, che e` in overdose e morira`.

J telefona alla nonna, non sa come cavarsela per il funerale ecc, la nonna non mostra nessun particolare sconvolgimento, lo viene a prendere, se lo porta a casa.

Da questo inizio lo spettatore italiano si chiede se gli australiani siano del tutto insensibili, o cosa.

Poi ci si rende conto che la famiglia in cui si sta entrando e` particolarmente anomala: e` una famiglia di delinquenti, accuditi, sostenuti e incoraggiati dalla madre (la nonna di J), da cui la mamma di J si era allontanata, per finire pero` abbastanza male.

I tre zii criminali di J spaziano dalla rapina allo spaccio di droga, sono tenuti sotto controllo dalla polizia e uno di loro, Pope, e` ricercato e latitante (ma non e` affatto lontano).

Un loro amico e complice, Baz, che sta pensando di abbandonare il crimine, decide di incontrare di nascosto Pope, in un supermercato. Ma la polizia, che lo stava pedinando, all’uscita gli spara uccidendolo, senza una valida ragione, probabilmente solo per vendicarsi per non essere riusciti a prendere Pope.

Questo fatto innesca la vendetta di Pope e fratelli, che coinvolgono anche J per fargli rubare un’ auto e poi, usando l’auto come esca per i poliziotti, li uccidono.

Pope e` in preda a una spirale di follia (e di droga, come il resto della famiglia), vede pericoli e nemici ovunque e arriva a uccidere la ragazza di J credendola, erroneamente, informata dei fatti.

Anche la polizia non si risparmia niente e ne risultano altre uccisioni.

La polizia contatta J per cercare di ottenere una testimonianza, J finche` non sa che fine abbia fatto la sua ragazza non ha una posizione chiara, ma poi ritrova per caso un suo braccialetto che lo conduce al cadavere; a questo punto si decide e viene messo sotto protezione come testimone.

La nonna, in combutta con un personaggio altrettanto orribile, l’avvocato, ne programma l’uccisione, che pero` dovra` essere complessa, dato lo stato di protezione di J; viene coinvolto un poliziotto gia` corrotto per faccende di spaccio, che organizza un agguato di poliziottti contro poliziotti (di diversi dipartimenti).

Ma l’agguato non funziona, J riesce a scappare e torna dalla nonna; qui viene convinto a testimoniare in modo da scagionare gli zii in cambio della riammissione in famiglia.

A processo terminato, J torna dalla nonna e li` ritrova tutti (beh, tutti quelli rimasti). Quando lo zio Pope va in camera sua per salutarlo, gli spara.

Cosa dire di questo film? A me e` sembrato uno sguardo su un altro mondo, in tutti i sensi.

I personaggi sembrano tutti sopra le righe, in un modo o nell’altro: J non sembra del tutto normale, guarda la televisione mentre sua madre sta morendo sullo stesso divano su cui e` seduto lui, passa da un lato all’altro (polizia-crimine) senza sussulti apparenti, non manifesta emozioni.

Uno degli zii sembra in crisi isterica perenne (forse a causa della droga), l’altro e` uno psicopatico, il terzo sembra succube.

L’avvocato e` una carogna senza scrupoli, un poliziotto e` corrotto, un altro uccide a sangue freddo, il terzo e` forse un po’ piu` umano ma sembra esserlo per i suoi scopi.

Ma la nonna e` sicuramente la peggiore: coltiva e aizza l’istinto criminale dei suoi figli ed e` addirittura disposta a far uccidere il nipote per difenderli. Sembra che non si fermi davanti a nulla.

Una vera belva, il titolo mi sembra piu` che altro per lei.

Riassumendo: e` un film bello, ben girato e ben recitato, non ci sono scene pulp, ma se ci si ferma a rifletterci sopra, ci si accorge che e` sconvolgente. Perfino educativo, ma da vedere solo se si pensa di riuscire a sopportarlo.

Animal Kingdom (David Michod, 2010)
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